Una città, mille storie
Ascoli Piceno è una città che invita alla scoperta, una città che sorprende e riesce a soddisfare la curiosità dei suoi visitatori. È una città che si adatta alle loro esigenze e può farlo grazie alla sedimentazione della storia presente nelle sue pietre, nelle chiese, nelle piazze e nella sua stessa architettura urbanistica.
Luoghi da non perdere

Piazza del Popolo
Piazza del Popolo è il cuore pulsante della città e uno dei migliori esempi di architettura rinascimentale italiana. Conosciuta come il “salotto cittadino”, è il luogo simbolo di Ascoli, dove si incontrano storia, cultura e vita quotidiana. Caratterizzano la piazza il Palazzo dei Capitani, con la sua imponente facciata e la torre medievale, e la Chiesa di San Francesco, con il suo portale gotico e il Monumento a papa Giulio II. L’intera piazza, completamente pavimentata con lastre di travertino levigato, è inoltre circondata da portici eleganti, con colonne in travertino e volte in mattoni rossicci, che ne definiscono l’aspetto rinascimentale. Tra i portici si trovano negozi e locali storici, come il celebre Caffè Meletti.

Piazza Arringo
Nota anche come Piazza dell’Arengo, Piazza Arringo è la piazza monumentale più antica e grande della città. Essa deve il suo nome alle adunanze popolari che vi si tenevano nel periodo comunale sotto un gigantesco olmo e che ne fecero il centro propulsore degli eventi più importanti della vita sociale della città. Ancora oggi questa piazza costituisce il centro civile e religioso di Ascoli, come dimostra il fatto che vi si affaccino sia la Cattedrale di Sant’Emidio che il Palazzo dell’Arengo, sede del Comune. Alcuni autori la identificano anche come il luogo in cui sorgeva uno degli antichi fori cittadini. La piazza, di forma rettangolare, è delimitata da edifici pubblici e privati di varie epoche, perfettamente amalgamati tra loro grazie all’impiego del travertino locale. Oltre al Duomo e al Palazzo comunale, vi si affacciano il Battistero di San Giovanni, il Palazzo vescovile e Palazzo Panichi, sede del Museo Archeologico Statale. Nel 1882 la piazza fu arricchita dal monumento a Vittorio Emanuele II, realizzato da Nicola Cantalamessa Papotti e successivamente spostato presso i giardini pubblici di Corso Vittorio Emanuele, e da due fontane gemelle in travertino con inserti in bronzo di Giorgio Paci raffiguranti cavalli con code di tritone.

Battistero di San Giovanni
Il Battistero di San Giovanni, situato in Piazza Arringo, è un significativo esempio di architettura romanica. Realizzato in travertino, presenta decorazioni in stile romanico, come le arcate trifore cieche aggiunte nel XII secolo e l'architrave con un bassorilievo che mostra una treccia di corde annodate. All'interno, l'aula ha una pianta ottagonale irregolare, con nicchie negli angoli e una vasca circolare al centro, datata tra il V e il VI secolo. Si pensa che il battistero sia stato costruito su un tempio pagano dedicato a Ercole e ha subito vari restauri nei secoli.

Ponte Romano di Borgo Solestà
Per collegare Ascoli al suo entroterra, in età augustea fu costruito il ponte sul Tronto, ancora oggi percorribile grazie un’operazione di consolidamento avvenuta fra il 1937 e il 1939. Per secoli vi transitarono viaggiatori diretti verso Fermo, storica rivale. Non a caso sulla facciata nord della porta che lo sovrasta compare un’iscrizione che celebra la pace del 1450, voluta da san Giacomo della Marca. Il ponte conduce al quartiere di Borgo Solestà, detto Porta Cappuccina per il convento dei frati minori che nel 1544 sostituì la chiesa di Santa Maria in Solestà, anticamente attribuita a sant’Emidio e sorta su un tempio pagano dedicato al Sole. Il Ponte romano ancora oggi emana il suo fascino antico, che si moltiplica grazie alla possibilità di accedere al suo interno per ammirarne la complessa struttura architettonica.

Ponte Tufillo
A est della chiesa di Santa Maria Intervineas si innalza Porta Tufilla, il cui nome evoca la solida costa tufacea a strapiombo sul Tronto che ne costituisce naturale basamento. In epoca passata era nota anche come Porta Sant’Antonio, per la vicinanza alla chiesa che, nel XIII secolo, accolse i primi Frati Minori, segno tangibile dell’incontro tra fede e architettura cittadina. Il percorso verso il monastero si snodava oltre il Ponte Tufillo, eretto nel 1097 dal vescovo Alberico. Lesionato nel XVI secolo, l’attraversamento che conduceva a Campo Parignano fu soprannominato “Ponte delle Tavole” per le assi lignee provvisorie che ne consentivano il transito pedonale. La riqualificazione del 1610, attribuita secondo alcune fonti a Lazzaro Giosafatti, restituisce al visitatore la percezione di un sistema urbano attentamente modellato, dove l’armonia tra natura, fiume e costruzioni civili esalta la monumentalità delle architetture ascolane.
